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Sistema Informativo Excelsior

Gli sbocchi professionali dei diplomati nelle imprese italiane per il 2011
Nel nostro Paese il numero delle persone in età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni, in possesso di un diploma di scuola media superiore ha superato nel 2010 i 13,4 milioni, dei quali risultano occupati 8,7 milioni. L’insieme di coloro che hanno raggiunto la maturità rappresenta la quota più alta (39%) sia degli occupati che di tutti i partecipanti al mercato del lavoro (formati dagli occupati e dalle persone in cerca di occupazione).
Questo fenomeno è il prodotto di fattori demografici e migratori che interessano il nostro Paese ormai da alcuni decenni. Si è registrato, nel tempo, un costante incremento delle iscrizioni alle scuole medie superiori, passate dal 58,6% di iscritti nell’anno scolastico 1974-75 (sul totale dei nati quattordici anni prima) ad una percentuale che ormai dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso si aggira attorno al 100%. Un aumento cui non poteva non corrispondere un proporzionale incremento del numero di persone che portano a compimento il percorso scolastico, conseguendo il diploma al termine dei cinque anni di studio: si è passati dai 123mila di mezzo secolo fa a una media di circa 445mila “maturi” negli ultimi dieci anni.
Dallo scorso anno, però, il flusso dei neodiplomati sembra rallentare per effetto proprio della dinamica demografica del passato, che ha visto il numero di  nascite ridursi intorno alla metà degli anni Novanta, e di un’incidenza ancora modesta della componente straniera nella scuola media superiore. Si stima che questo andamento decrescente prosegua fino al 2014, cui seguirà (anche grazie all’apporto della componente immigrata, specie di “seconda generazione”) una risalita che dovrebbe riportare il numero dei neo-diplomati intorno alle 450mila unità nel 2020.
Nel 2011 dovrebbero conseguire il diploma quasi 425mila giovani, in arretramento di circa 13mila unità rispetto allo scorso anno. Di questi, la maggior parte possiederà la maturità liceale (39%), poco più di un terzo uscirà dagli istituti “tecnici” e il 15% da quelli “professionali”. In base ai dati ministeriali elaborati dal Sistema Informativo Excelsior, si stima che quasi un quarto di questi neo-diplomati sarà potenzialmente disponibile a entrare direttamente nel mondo del lavoro, mentre la restante parte proseguirà invece gli studi o la formazione (tra corsi post-diploma e laurea). Considerando tuttavia la componente di giovani parzialmente disponibili a un impiego perché studenti-lavoratori, o in attesa di iscriversi all’università, e quella di “rientro” sul mercato del lavoro per abbandono o completamento degli studi post-diploma (diversi dalla laurea), nonché la quota di diplomati che deciderà invece di restare inattiva, si può stimare che per quest’anno i diplomati effettivamente in ingresso sul mercato del lavoro e quindi disponibili a un’occupazione siano pari, nel complesso, a 288mila persone (“offerta netta”).
Questi giovani appena usciti dalle scuole secondarie andranno ad aggiungersi al consistente “stock” di diplomati già presenti sul mercato del lavoro, e tutti dovranno fare i conti con una ripresa economica non ancora pienamente avviata e una domanda di lavoro che, pur in lieve ripresa, non ha recuperato interamente i livelli pre-crisi.
Nell’ultimo biennio, comunque, in un contesto generale di contrazione occupazionale, i diplomati occupati hanno continuato ad aumentare, mettendo a segno una buona espansione (+1,6% tra 2008 e 2010, la migliore tra i titoli di studio), sia pure a tassi di crescita inferiori a quelli raggiunti prima della crisi economica.
Nonostante questo andamento abbastanza favorevole, la crescita molto sostenuta dell’offerta di diplomati ha comportato un aumento del relativo tasso di disoccupazione (dal 6,3% del 2008 all’8,1% del 2010) e del numero di inattivi (quasi 300mila in più rispetto al 2008).
L’aumento degli inattivi, di cui una parte è riconducibile ai cosiddetti “scoraggiati”, è un fenomeno che negli ultimi anni ha investito tutte le componenti della popolazione in età lavorativa, determinando un abbassamento della presenza sul mercato del lavoro.
Sono però i giovani fino a 24 anni che hanno risentito di più della riduzione del tasso di attività (rapporto tra le persone occupate assieme a quelle in cerca di lavoro, e la corrispondente popolazione di riferimento), accompagnata dalla crescita del tasso di disoccupazione giovanile (che nel 2010 ha superato il 27%). La componente dei giovani diplomati ha visto ridurre il proprio grado di partecipazione al mercato del lavoro dal 41% del 2008 al 38% del 2010, a favore innanzitutto di una crescente adesione alla formazione universitaria, ma anche a causa di una non perfetta convergenza tra aspettative e opportunità. A ciò si aggiunge la necessità di migliorare la corrispondenza tra i titoli di studio richiesti dal mondo produttivo e quelli in possesso dalle persone attive sul mercato del lavoro. A tal proposito, l’indagine Excelsior evidenzia come siano le stesse imprese a lamentare spesso una difficoltà di reperimento del personale da assumere nonostante la crescita dell’offerta disponibile sul mercato; difficoltà che, nelle previsioni per il 2011, dovrebbe riguardare circa un quinto delle assunzioni di diplomati.
Proprio con l’obiettivo di fornire utili indicazioni per lo studio del mercato del lavoro, a supporto dell’incontro tra domanda e offerta e delle scelte di programmazione della formazione e dell’orientamento, il Sistema Informativo Excelsior ricostruisce a cadenza annuale, e da quest’anno anche trimestrale, il quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali espressi dalle imprese private dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente, con un dettaglio territoriale che raggiunge tutte le regioni e province italiane.
L’indagine relativa al 2011 indica una crescita delle assunzioni programmate dalle imprese rispetto all’anno precedente, in linea con i segnali di miglioramento emersi nel mercato del lavoro dalla fine del 2010. Per le persone in possesso del titolo di studio secondario (non necessariamente neo-diplomati ma anche, soprattutto, persone già inserite nel mercato del lavoro e alla ricerca di un nuovo o di un diverso impiego), le assunzioni non stagionali programmate dalle imprese sono oltre 244mila, pari al 41% del totale. I più richiesti in azienda in termini assoluti sono ancora una volta i diplomati degli indirizzi amministrativo e commerciale, seguiti da quelli degli indirizzi meccanico e turistico-alberghiero. Rispetto allo scorso anno si assiste a un incremento della domanda di titoli con specializzazione industriale, trainata da una dinamica occupazionale che nel 2011 appare per la prima volta più vivace per le imprese dell’industria che per il terziario, grazie alle migliori prospettive provenienti dai mercati esteri e ai processi di riorganizzazione in atto nella manifattura italiana. Nei servizi, che pur rappresentano il principale sbocco professionale dei diplomati (dovrebbero assorbirne quasi 164mila quest’anno), le assunzioni non stagionali previste per questo titolo di studio dovrebbero invece ridursi rispetto al 2010.
Di queste opportunità di lavoro offerte dalle imprese beneficeranno ovviamente i diplomati di tutte le fasce d’età, inclusa la componente giovanile in ingresso sul mercato del lavoro, sopra stimata in circa 288mila unità. Per avere un’idea, pur se soltanto indicativa, delle opportunità di lavoro che nel 2011 le imprese italiane intendono mettere a disposizione dei giovani neo-diplomati, il Sistema Informativo Excelsior fornisce alcune indicazioni: per il 46% delle entrate previste con titolo di scuola secondaria (112mila) le imprese ritengono adatto anche un giovane appena uscito dal sistema formativo; simile la quota di assunzioni programmate per le quali non è richiesta alcuna esperienza specifica (110mila, il 45% del totale).
Se per il 2011 il diploma si conferma ancora il livello di istruzione più richiesto dalle imprese private in valore assoluto, è anche vero che in termini dinamici questo titolo subisce una battuta d’arresto, con un numero di assunzioni programmate rimasto sostanzialmente lo stesso dello scorso anno. Per tutti gli altri livelli di scolarità il tessuto produttivo esprime quest’anno, invece, una domanda in crescita, soprattutto per quanto riguarda le lauree di primo livello e la qualifica professionale. I diplomati, figure contigue per livello formativo proprio ai qualificati e ai laureati triennali, sembrano restare per così dire “compressi” dalla maggiore dinamica degli uni e degli altri, subendo la concorrenza di figure con titoli di studio sia superiori che inferiori.
Proprio al fine di qualificare meglio l’offerta formativa in vista dell’inserimento lavorativo e della prosecuzione degli studi, nel 2010 i cicli scolastici superiori sono stati oggetto di riforma. Una delle principali esigenze che la riforma dei diplomi tenterà di soddisfare sarà proprio quella di perfezionare la convergenza tra le aspettative di chi possiede il titolo di scuola secondaria e le concrete opportunità che il sistema economico è in grado di offrire, anche al fine di incentivare una maggior partecipazione al mercato del lavoro da parte delle giovani generazioni.
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