Venerdì 13 marzo, alle ore 11.30, presso la sala convegni della Camera di Commercio in viale Roma, il Prof. Massimo Bignardi, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena, terrà una conferenza su “Segni e forme di transiti mediterranei”.
L’iniziativa rientra nelle attività previste nell’ambito del I° corso di Ceramista organizzato da Innova in colaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Frosione. In tale occasione avverà anche la consegna ufficiale degli Attestati ai partecipanti di tale corso, e saranno esposti tutti i lavori realizzati durante il percorso formativo.
È oramai acclarato che il Ventesimo secolo abbia rappresentato per le arti, un nodo vitale di azzeramento delle perimetrazioni convenzionali dei linguaggi e delle pratiche, in virtù di un effettivo intrico di situazioni che, se pur differenziate, tendono a ritrovare un unicumnell’atto e nel gesto creativo, orientato a consolidare il progetto di un’equivalenza di arte e vita. Una scena nella quale si afferma la possibilità di un’arte “moderna”, espressione delle tensioni e dell’urgenza di una dimensione dell’esistenza che, dai movimenti del primo decennio del secolo, giunge sino ai nostri giorni quale radicale e immediata adesione alla vita. È una cifra che appare nella sua piena leggibilità nella stagione dell’Informale o, meglio ancora, in quelle esperienze che, tra l’immediato secondo dopoguerra e la metà del decennio Cinquanta, segnano una nuova condizione dell’essere, ove i margini che specificavano residuali concetti di “generi” si andavano ad annullare nell’idea di gesto, di segno, di materia, di un’autentica adesione all’atto creativo, avvertito quale affermazione del grido immediato, dell’atto espressivo. È questo il motivo di fondo dell’intervento del prof. Massimo Bignardi (docente di Storia dell’arte contemporanea e Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena), vale a dire una stagione creativa del XX secolo nella quale trova una rinata vitalità la ceramica, entrata di fatto nei linguaggi creativi come materia, terreno dell’impronta, della manipolazione del gesto, cioè dell’esercizio di una pratica che non è più “arte minore”, bensì spirito di una ritrovata identità con un’arte popolare. Interpreti di questa una realtà saranno le proposte di Miró realizzate con Llorens Artigas, fin dai primi anni Quaranta e, maggiormente, nel corso dei Cinquanta; “l’onnivoro” lavoro di Picasso a Vallauris sul finire degli anni Quaranta; il solitario lavoro di Guido Gambone, sul bordo di un Mediterraneo magico e arcaico qual è l’Italia del Sud, nel corso dello stesso decennio.
L’ingresso è libero e gratuito.